Nella truffa “Puerto Azul” un anziano perde € 700.000. Quest’ultimo ed altri clienti sono difesi dall’Avv. Galluppi E’ stata accolta la richiesta di patteggiamento dei due promotori finanziari pescaresi coinvolti nell’inchiesta su una maxi truffa internazionale per la realizzazione di un complesso turistico a 8 stelle su un atollo al largo delle coste del Belize. Sono due promotori finanziari, che ieri sono stati condannati dal tribunale di Busto Arsizio (in composizione collegiale) a tre anni di reclusione.
E hanno chiesto, attraverso i rispettivi difensori, di tornare in libertà. Sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Varese a gennaio del 2017 insieme ad altre cinque persone tra cui gli altri due imputati nel giudizio immediato che si è concluso ieri, e cioè C.B., anche lui promotore finanziario, e D.G., ritenuto a capo dell’organizzazione. Anche loro hanno chiesto e ottenuto di patteggiare: mentre CB è stato condannato a tre anni e quattro mesi, per DG la pena è di quattro anni e due mesi.
Le vittime della maxi truffa su cui hanno indagato le Fiamme gialle sono stati risparmiatori e investitori, anche pescaresi, che hanno creduto nel progetto immobiliare, chiamato “Puerto Azul”, per la costruzione del resort extralusso e hanno investito i risparmi di una vita, anche diverse centinaia di migliaia di euro. Un progetto mai realizzato.
Subito dopo la condanna il promotore finanziario (che è sottoposto all’obbligo di dimora dalla seconda metà del mese scorso) ha annunciato – attraverso il suo difensore – un ricorso in Cassazione. «Questa sentenza non ci convince», dice il legale, «perché per alcuni capi di imputazione il mio assistito ritiene di essere estraneo e innocente, ad esempio per quanto riguarda l’accusa di circonvenzione di incapace di un anziano che invece appare assolutamente lucido anche oggi, a distanza di anni dai fatti». C’è un motivo, spiega, se è stata presentata la richiesta di patteggiamento:
«Affrontare un processo da soli a Busto Arsizio sarebbe stato delicato e dispendioso», dice sempre il legale, che chiarisce anche il ruolo svolto dall’uomo. «Lui ha svolto l’attività per un paio di anni: è stato promotore dell’ultima ora mentre l’operazione Puerto Azul, passata al vaglio di Fideuram, è nata oltre dieci anni fa. E non a caso la banca è stata chiamata come responsabile civile dalle persone offese. Tutto si è svolto all’interno della banca. il promotore, poi, ha agito in perfetta buona fede. Ha creduto nel progetto, che aveva degli sponsor conosciuti a livello internazionale», da Andrea Bocelli a John Travolta, la cui presenza rendeva l’operazione appetibile, oltre che verosimile.
Quando il rapporto con Fideuram si è interrotto, il promotore «è diventato dipendente di DG, ma a un certo punto ci sono state delle divergenze» e il promotore «ha capito che il progetto non era partito materialmente per cui si è dimesso. Pochi mesi dopo è stato arrestato». Il tribunale ha inflitto anche l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni e l’interdizione per l’esercizio della professione di promotore pari alla durata della pena. I beni dei condannati sono stati sottoposti a confisca per 18 milioni di euro per la restituzione a chi ne ha diritto (il sequestro era avvenuto al momento degli arresti).
La sentenza di ieri era attesa dalle parti civili. «Ora», commenta l’avvocato «si può puntare alla causa civile. Con il patteggiamento c’è una speranza in più di ottenere un risarcimento dalla banca. Unico rammarico: si poteva chiudere tutto prima, quando gli imputati hanno presentato un’istanza di patteggiamento al giudice per le indagini preliminari, che è stata respinta».
Nella truffa “Puerto Azul” un anziano perde
700.000 Euro. Quest’ultimo ed altri clienti sono difesi dall’Avv. Galluppi
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